Le risposte a tutte
le domande più comuni

Qua puoi trovare la raccolta delle domande poste più frequentemente a CentroCalore nell’arco dei suoi 20 anni di attività in tutti i settori del comfort di casa: assistenza, riparazione e manutenzione di caldaie, stufe a pellet, addolcitori, trattamento acqua, climatizzatori, impianti solari ibridi ed altro nelle provincie di Pisa, Lucca, Pistoia, Livorno, Empoli. 

Se non trovi quel che cerchi, inviaci la tua domanda! Ti risponderemo quanto prima e provvederemo ad aggiungere la tua domanda alla pagina.

 

FAQ Caldaie

Quando la caldaia non parte è possibile tentare di risolvere il problema autonomamente come segue:

  • Sul pannello di controllo controllare il manometro che indica la quantità di acqua presente all’interno dell’impianto: la pressione deve essere intorno a 1 bar da spenta e tra 1,5-2 bar da accesa. Se la pressione fosse più alta puoi controllare che il rubinetto di carico posto sotto la caldaia sia chiuso bene, e poi a scaricare un po’ d’acqua dalla valvola del termosifone posto più lontano dalla caldaia, in modo da far calare la pressione. Viceversa, se la pressione fosse troppo bassa puoi provare ad aprire il rubinetto di carico acqua posto sotto la caldaia fino a tornare al valore indicato. Controlla inoltre che non vi siano perdite dai radiatori: anche un semplice gocciolare può abbassare la pressione della caldaia nel giro di qualche giorno.
  • Controllare che il rubinetto del gas sia aperto
  • Verificare che non si siano formati nidi sulla canna fumaria, che occludendola potrebbero causare il blocco della caldaia
  • Controllare che la presa elettrica sia collegata e non ci siano interruttori spenti, che lo schermo presente sia acceso in modo da essere sicuri che sia correttamente alimentata.
  • Premere il tasto RESET presente sulla caldaia.
  • Controllare le batterie del termostato

Se con le operazioni sopra descritte la caldaia non si accende e rimane ferma, chiama il nostro pronto intervento attivo 7 giorni su 7 facendo riferimento ad un eventuale numero (codice di guasto) o spia lampeggiante che solitamente indicano il tipo di guasto.

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Se la caldaia perde acqua, prima di contattare Centro Calore è possibile effettuare la seguente verifica:
Sul pannello di controllo controlla il manometro che indica la quantità di acqua presente all’interno dell’impianto: la pressione deve essere intorno a 1 bar da spenta e tra 1,5-2 bar da accesa. Se la pressione fosse più alta puoi controllare che il rubinetto di carico posto sotto la caldaia sia chiuso bene, e poi a scaricare un po’ d’acqua dalla valvola del termosifone posto più lontano dalla caldaia, in modo da far calare la pressione.
Altre cause di perdite d’acqua sono da ricercarsi nella rottura del rubinetto di carico, un vaso di espansione danneggiato che quindi non regola la pressione all’interno del circolo, ed infine il danneggiamento e la perdita di un raccordo interno o di un componente della caldaia.

Se la il problema della caldaia che gocciola e perde acqua continuasse nonostante l’abbassamento di pressione, la causa può attribuirsi ad un problema della caldaia come ad esempio il danneggiamento di una serpentina, in questo caso è necessario contattare il nostro pronto intervento per analizzare il problema.

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La pressione ottimale durante il normale funzionamento della caldaia dovrebbe essere tra 1,5-2 bar e circa 1 bar da spenta, visibile direttamente manometro presente dal pannello di controllo della caldaia.
Se la pressione fosse troppo alta, alcune delle cause più frequenti possono essere:

  • Rubinetto di carico dell’acqua chiuso male, o danneggiato: questo causa un continuo afflusso di acqua nell’impianto, aumentandone la pressione.
  • Vaso di espansione scarico o danneggiato: il vaso di espansione è necessario per il corretto funzionamento dell’impianto di riscaldamento. Infatti quando la caldaia entra in funzione e l’acqua viene riscaldata questa aumenta di volume, e il vaso di espansione serve a contenere l’eccesso che non ha spazio nelle tubature. Se questo è scarico però, non appena l’acqua inizia a scaldarsi la pressione sale molto fino a 2,5-3 bar, causando la maggior parte delle volte un blocco della caldaia.
  • Rottura valvola a 3 vie

Prima di chiamare il tecnico Centro Calore puoi controllare che il rubinetto di carico posto sotto la caldaia sia chiuso bene, e poi a scaricare un po’ d’acqua dalla valvola del termosifone posto più lontano dalla caldaia, in modo da abbassare la pressione della caldaia.

Se la pressione torna a livelli troppo alti nel giro di qualche giorno, è necessario contattare il nostro pronto intervento

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Sul pannello di controllo controlla il manometro che indica la quantità di acqua presente all’interno dell’impianto: la pressione deve essere intorno a 1 bar da spenta e tra 1,5-2 bar da accesa. Se ci fosse una mancanza di pressione e questa fosse troppo bassa puoi provare ad aprire il rubinetto di carico acqua posto sotto la caldaia fino a tornare al valore indicato. Controlla inoltre che non vi siano perdite dai radiatori: anche un semplice gocciolare può abbassare la pressione della caldaia nel giro di poco tempo.
Se aprendo il rubinetto di carico la pressione non sale comunque, ciò può essere causato da un danno al rubinetto o dalla bassa pressione dell’impianto idrico: questo avviene soprattutto in abitazioni situati a piani più alti. Per far salire la pressione in questo caso puoi provare ad aspettare la notte, quando vi è una minore richiesta di acqua dal resto del palazzo, ed aprire il rubinetto di carico.

Se nonostante l’operazione la pressione della caldaia non sale o il problema si presenta nuovamente dopo qualche giorno, contatta il pronto intervento di Centro Calore

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Se i termosifoni non scaldano abbastanza prima di contattare Centro Calore è possibile effettuare le seguenti verifiche:

  • Controllare che la temperatura sia correttamente impostata dal termostato o dal pannello caldaia.
  • Sul pannello di controllo controllare il manometro che indica la quantità di acqua presente all’interno dell’impianto: la pressione deve essere intorno a 1 bar da spenta e tra 1,5-2 bar da accesa. Se la pressione fosse più alta puoi controllare che il rubinetto di carico posto sotto la caldaia sia chiuso bene, e poi a scaricare un po’ d’acqua dalla valvola del termosifone posto più lontano dalla caldaia, in modo da far calare la pressione. Viceversa, se la pressione fosse troppo bassa puoi provare ad aprire il rubinetto di carico acqua posto sotto la caldaia fino a tornare al valore indicato. Controlla inoltre che non vi siano perdite dai radiatori: anche un semplice gocciolare può abbassare la pressione della caldaia nel giro di qualche giorno.
  • Se sono stati effettuati recentemente dei lavori sull’impianto idrico o se non viene effettuato il lavaggio dell’impianto da molto tempo la causa potrebbe essere la scarsa circolazione dello stesso: infatti si possono essere create delle incrostazioni e delle otturazioni che vanno a ridurre drammaticamente il rendimento della caldaia. Vi consigliamo di richiedere un lavaggio completo di impianto da parte di un nostro tecnico specializzato.

Qualora il problema persistesse, contatta il nostro pronto intervento attivo 7 gg su 7

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Se dal rubinetto esce poca acqua calda o esce tiepida mentre i termosifoni invece funzionano regolarmente le cause possono essere molteplici. Prima di contattare Centro Calore puoi effettuare alcune verifiche in autonomia, per capire quale possa essere il problema.

  • Sul pannello di controllo controllare il manometro che indica la quantità di acqua presente all’interno dell’impianto: la pressione deve essere intorno a 1 bar da spenta e tra 1,5-2 bar da accesa. Se la pressione fosse più alta puoi controllare che il rubinetto di carico posto sotto la caldaia sia chiuso bene, e poi a scaricare un po’ d’acqua dalla valvola del termosifone posto più lontano dalla caldaia, in modo da far calare la pressione. Viceversa, se la pressione fosse troppo bassa puoi provare ad aprire il rubinetto di carico acqua posto sotto la caldaia fino a tornare al valore indicato. Controlla inoltre che non vi siano perdite dai radiatori: anche un semplice gocciolare può abbassare la pressione della caldaia nel giro di qualche giorno.
  • Prova a spegnere il riscaldamento, aspetta che i radiatori si raffreddino, e prova ad aprire l’acqua calda. Se dal rubinetto esce acqua tiepida e i radiatori si scaldano il problema potrebbe essere la valvola deviatrice a tre vie, che devia l’acqua calda dal circolo sanitarlo per mandarlo nel riscaldamento. Questa infatti è una valvola che indirizza l’acqua calda uscita dalla caldaia verso l’impianto di riscaldamento o verso l’acqua sanitaria dando in genere la precedenza a quest’ultima. Se la valvola però si danneggia, magari a causa dell’usura, quando viene richiesta acqua calda dal rubinetto o dalla doccia questa viene inviata anche ai termosifoni, riducendo il quantitativo di acqua calda che arriva a destinazione.
  • Infine un ulteriore causa del problema è attribuibile ad una possibile incrostazione dello scambiatore primario o secondario: questi, sporco o incrostato di calcare, può danneggiarsi o e non funzionare efficacemente.

In questi casi contatta il pronto intervento di Centro calore per risolvere il tuo problema al più presto.

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Se quando sei sotto la doccia l’acqua calda arriva a singhiozzi le principali cause sono principalmente legate alla pressione dell’impianto.
Sul pannello di controllo puoi il manometro che indica la quantità di acqua presente all’interno dell’impianto: la pressione deve essere intorno a 1 bar da spenta e tra 1,5-2 bar da accesa. Se la pressione fosse più alta puoi controllare che il rubinetto di carico posto sotto la caldaia sia chiuso bene, e poi a scaricare un po’ d’acqua dalla valvola del termosifone posto più lontano dalla caldaia, in modo da far calare la pressione. Viceversa, se la pressione fosse troppo bassa puoi provare ad aprire il rubinetto di carico acqua posto sotto la caldaia fino a tornare al valore indicato. Controlla inoltre che non vi siano perdite dai radiatori: anche un semplice gocciolare può abbassare la pressione della caldaia nel giro di qualche giorno.
Può anche essere che in seguito a dei lavori o alla mancata pulizia dell’impianto sii siano accumulate sporcizia e incrostazioni di calcare che vanno a danneggiare la caldaia e otturare le tubazioni. Se il problema non si risolvesse seguendo le indicazioni sopra descritte, può essere necessario eseguire la taratura della valvola del gas da parte di un nostro tecnico per garantire verificare che l’apporto sia corretto.

Se seguendo le nostre incazioni si ripresenta dopo qualche giorno o se non ti sentissi sicuro nell’effettuarle, ti consigliamo di contattare il nostro centro assistenza che potrà assisterti nell’identificazione del problema e nel caso effettuare il lavaggio dell’impianto per ripristinare la funzionalità ottimale.

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Se aprendo l’acqua calda questa esce a filo mentre l’acqua fredda arriva normalmente, la prima verifica che puoi fare è controllare che il rubinetto di ingresso acqua alla caldaia sia aperto. Qualora questo fosse aperto ma il problema permanesse, può essere a causa di un intasamento nella caldaia che non consente all’acqua calda di scorrere normalmente. Puoi verificarlo rimuovendo il filtro dal rubinetto, se questo risulta molto sporco è probabile che l’impianto non sia pulito, e che la caldaia abbia delle otturazioni.

Ti consigliamo di contattare il pronto intervento di Centro Calore, che saprà identificare con precisione il problema e consigliarti la soluzione migliore, impedendo eventuali ulteriori danni.

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FAQ Stufe a pellet

Quando la stufa da allarme depressione significa che i fumi prodotti nella combustione non riescono a fuoriuscire correttamente dalla canna fumaria.
Le cause principali in genere sono l’accumulo di sporco o l’otturazione della canna fumaria o dei tubi fumi, che impedisce al fumo di defluire. In questo caso è necessario richiedere al tecnico la pulizia della canna fumaria.
Altra causa possibile possono essere le giornate di vento molto forte: specialmente in zone molto ventose, è necessario che il termine della cappa sia adeguato a questo fenomeno con l’utilizzo di terminali antivento (es. terminale a botte, terminale a H).

Contatta il nostro centro assistenza per ulteriori informazioni.

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La combustione nelle stufe a pellets avviene a camera stagna, pertanto non si dovrebbe mai sentire puzza di fumo durante il funzionamento, i maggiori problemi in questi casi si avvertono soprattutto durante la fase di accensione il momento in cui i fumi sono più elevati per la bassa temperatura di esercizio iniziale. Se dopo aver acceso la stufa a pellet senti odore di fumo, questo segnale indica che vi è sicuramente una perdita dalla stufa, di una guarnizione o più probabilmente dal tubo di scarico del fumo della stufa a pellet.n Il problema dell’odore di fumo dalla stufa a pellet non va mai sottovalutato potrebbe essere fatale nel caso in cui l’aria nell’ambiente diventi irrespirabile a causa del monossido di carbonio: vi consigliamo di sospendere l’utilizzo della stufa e contattare immediatamente il nostro pronto intervento, che vi aiuterà la vostra stufa a tornare operativa in sicurezza nel minor tempo possibile.

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Una stufa a pellet correttamente installata da un professionista, che viene regolarmente pulita e che effettua la manutenzione ordinaria annuale da parte di un tecnico specializzato non crea alcun rischio. Il pericolo si viene a creare quando questa viene utilizzata impropriamente, se non viene ripulita causando intasamenti dei condotti d’aria, e se vengono ignorati i messaggi di errore e le problematiche che si riscontrano durante l’utilizzo.
Se avessi dubbi o problemi con il funzionamento della tua stufa a pellet, non esitare a contattare il nostro pronto intervento.

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La pulizia di una canna fumaria collegata a una stufa a pellet va effettuata periodicamente insieme alla manutenzione ordinaria della stufa a pellet: la frequenza dipende dall’utilizzo più o meno assiduo ed è consigliabile farla ogni 30 q.li di pellet bruciato o comunque almeno una volta all’anno.

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A fine lavori l’installatore dell’impianto di riscaldamento deve consegnare al proprietario o a chi per esso, ai sensi della legislazione vigente, la dichiarazione di conformità dell’impianto, correlata di:

  • Il libretto d’ uso e manutenzione dell’ apparecchio e dei componenti dell’impianto (come per esempio canali da fumo, camino, ecc.)
  • copia fotostatica della placca camino (ove previsto)
  • libretto d’impianto (ove previsto)
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Il Centro Assistenza Autorizzato esegue la prima accensione del prodotto installato e ne verifica il corretto funzionamento, regolando i parametri in funzione della tipologia di installazione, rilascia il rapporto di controllo di efficienza energetica e dove previsto la certificazione all’ente competente. In seguito è necessario effettuare ogni anno la manutenzione ordinaria, in modo da evitare rischi e malfunzionamenti e mantenere la garanzia

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Uno dei problemi più comuni nelle stufe a pellet è la presenza di forte vento: questo impedisce infatti al fumo di fuoriuscire regolarmente dalla canna fumaria, causando lo spegnimento di sicurezza della stufa.

Se vivi in una zona particolarmente soggetta e di frequente il vento spegne la stufa a pellet è consigliabile l’installazione di un terminale antivento per il comignolo (es. terminale a botte, terminale a H), accompagnato da una regolare manutenzione annuale della tua stufa in modo da tenere la canna fumaria pulita e in perfetta funzione.

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Se il pellet non scende dal serbatoio nel focolare, è probabile che ci sia qualche problema con la coclea.
All’interno delle stufe a pellet, sul fondo del serbatoio, troviamo la coclea: osservandola, assomiglia ad una vite senza fine le cui spire raccolgono il pellet trasportandolo dal serbatoio al focolare. Ci sono diversi motivi per cui questa può andare a bloccarsi:

  • Presenza di corpi estranei nel serbatoio del pellet. Ad esempio, la presenza di elementi in metallo come viti, chiodi o nastro adesivo caduti accidentalmente assieme al combustibile.
  • Pellet troppo lungo: la lunghezza del pellet non è tutta uguale, se utilizzi un pellet troppo lungo questo non viene trasportato correttamente dalla coclea, che può incepparsi. Controlla sul libretto di istruzioni della tua stufa quale sia la lunghezza adatta al tuo prodotto, e prova a sostituirlo.
  • Blocchi derivati da segatura: se il pellet utilizzato è di qualità bassa, questo tende a sbriciolarsi. La segatura che si va a liberare si deposita poi sul fondo del sebatoio e vicino alla coclea, incrostandosi e impedendo alla coclea di ruotare correttamente o al pellet di venir raccolto. Allo stesso modo, quando vai a riempire il serbatoio ti sconsigliamo di rovesciare direttamente il sacco del pellet perchè questo verserebbe all’interno la segatura rimasta sul fondo.
  • Motore della coclea danneggiato, per usura o per malfunzionamento.

Ti consigliamo di provare (con la stufa fredda e scollegata) a togliere la tutela interna per la mani, liberare il serbatoio dal pellet presente, verificare che non vi siano corpi estranei per poi procedere a rimontare l’apparecchio. In seguito verificare che il pellet utilizzato sia della lunghezza suggerita sul libretto di istruzioni del prodotto, ed infine riavviare l’apparecchio.

Qualora il problema non fosse risolto contatta l’assistenza di Centro calore, un nostro tecnico ti aiuterà a identificare correttamente il problema e a risolverlo.

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Se la stufa non si accende la causa più frequente è un problema con la candeletta: le stufe a pellet per accendersi utilizzano una resistenza elettrica chiamata “candeletta”, che scaldandosi porta l’aria a 200-250°C facendo infiammare il pellet presente. Se questo meccanismo non funziona correttamente, le cause possono essere diverse:

  • Candeletta danneggiata, da sostituire perchè non scalda più l’aria
  • Condotto aria sporco: il condotto che immette l’aria scaldata dalla candeletta al pellet causa può otturarsi a causa della cenere e dei residui lasciati da pellet di bassa qualità che tende a sbriciolarsi.
  • Candeletta fuori posizione: con l’utilizzo può succedere che la candeletta si sposti,allontanandosi o avvicinandosi troppo al dotto dell’aria impedendo il corretto passaggio dell’aria, o entrando in contatto con il tubo portacandela e quindi scaricando li l’elettricità che servirebbe a riscaldarsi.
  • Mancanza di alimentazione elettrica: controllare che la presa sia correttamente collegata.
  • Pellet umido, o di scarsa qualità: quando si tratta di stufa a pellet, la scelta del combustibile è di importanza cruciale. Pellet pressato male può sbriciolarsi andando ad otturare alcune parti della stufa, mentre pellet mal conservato può inumidirsi causando difficoltà d’accensione e cattiva resa calorica impedendo l’accensione e compromettendo pesantemente le prestazioni della stufa.

Prima di contattare il ns. pronto intervento puoi provare ad effettuare una pulizia interna accurata e a sostituire il pellet attualmente in utilizzo. Se la stufa non parte o se il problema si ripresenta dopo qualche tempo, contatta il pronto intervento di centro calore che saprà assisterti al meglio e valutare se far intervernire un tecnico.

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Le stufe a pellet tradizionali normalmente non dovrebbero produrre condensa.n La causa di questo fenomeno può essere la canna fumaria sporca, intasata o otturata: vi raccomandiamo di effettuare regolarmente la manutenzione ordinaria della vostra stufa a pellet durante la quale il tecnico pulisce tutte le parti interne della stufa e la canna fumaria.
Se con la canna pulita si viene comunque a produrre condensa, la causa può essere la mancata coibentazione della canna fumaria. Quando l’aria calda della stufa quando viene esposta a temperature vicine allo 0 va a creare condensa, questo fenomeno avviene particolarmente durante l’accensione e lo spegnimento.
A questo punto è necessario contattare un tecnico pecializzato per effettuare l’operazione ed isolarla.

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Spesso può succedere che la stufa si spenga, specialmente quando impostata a temperature più basse. Le cause principali sono:

  • Mancanza di ossigeno: se non la stufa non viene pulita regolarmente e non viene effettuata regolarmente la manutenzione annuale, è possibile che con l’utilizzo costante alcune parti di questa si vadano ad intasare. Se l’ossigeno manca, la fiamma della stufa a pellet soffoca lentamente fino a spegnersi da sola. Inoltre, se viene utilizzato un pellet di qualità bassa, questo può contribuire fortemente ad intasare le vie di aerazione della tua stufa a pellet.
  • Pellet di scarsa qualità: se il pellet utilizzato è umido o di bassa qualità questo brucia più velocemente, con problemi di combustione della stufa e minore resa. Questo fenomeno è particolarmente evidente se la fiamma rimane accesa quando impostata su temperature alte (in cui il pellet viene reimmesso più spesso, quindi la fiamma riesce a rimanere accesa) e invece si spegne su temperature più basse, quando il pellet viene “razionato” e se quello utilizzato brucia troppo rapidamente la fiamma si spegne prima che il pellet combustibile venga reintegrato.

Prima di contattare centro calore puoi provare ad effettuare una pulizia interna della stufa, e a cambiare il pellet utilizzato: qualora il problema non si risolvesse, non esitare a contattarci.

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È normale che il vetro della stufa si sporchi, ma se questo fenomeo inizia a ripetersi con velocità anormale ed il vetro della stufa a pellet si annerisce subito, può essere sintomo di un problema.
Prima di chiamare Centro calore puoi effettuare le seguenti verifiche in autonomia:

  • Normalmente il vetro viene tenuto pulito da uno spiffero d’aria che scorre lungo il vetro. Se il vetro della stufa a pellet diventa nero o crea delle striature nere simili a baffi può essere che che lo spiffero sia ostruito dalla cenere.
  • Può diventare nero se si ha una cattiva combustione non ossigenata a dovere, visibile dalla fiamma che non brucia bene ma è soffocata. Il problema va allora ricercato nel tiraggio e nella presa d’aria, che potrebbero essere sporchi e risultare parzalmente otturati. Prova a pulire accuratamente la stufa.
  • Verifica che le guarnizioni dello sportello siano integre: qualora fossero danneggiate la stufa potrebbe prendere aria per bruciare da quello spiffero anzichè dal dotto dell’aria, il che causerebbe una combustione non regolare.
  • Utilizzo di pellet scadente, umido o di scarsa qualità: in questo caso prova a cambiare pellet con uno di qualità superiore, e verifica se il fenomeno continua a presentarsi.
  • Errata taratura della stufa, segui il manuale di istruzioni per verificare come far funzionare al meglio il tuo prodotto.

Qualora il problema persistesse non esitare a contattare il nostro centro assistenza.

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La manutenzione delle stufa e la sua regolare pulizia sono indispensabili per preservare la funzionalità in sicurezza del prodotto. Inoltre la mancata manutenzione rende il prodotto meno efficiente, più inquinante e fa decadere la garanzia sul prodotto.
La manutenzione generale effettuata da un tecnico specializzato deve essere eseguita in relazione ai consumi, di legno o pellet, alla tipologia dell’impianto e sempre comunque una volta all’anno, programmandola per tempo.

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Il controllo di efficienza energetica per le stufe a pellet (chiamato anche “bollino”) è obbligatorio solo nel caso superino la potenza di 10kW nominali. La maggior parte dei modelli risponde a questo requisito ed è comunque verificabile sul manuale di istruzioni del prodotto. n Il controllo è da effettuare all’accensione, e in seguito ogni 2 anni.

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Le principali operazioni di verifica, pulizia e manutenzione che il nostro tecnico specializzato esegue annualmente sono:

  • Pulizia del ventilatore estrazione fumi, del ventilatore ambiente.
  • Verifica dei componenti del sistema di accensione e caricamento pellet.
  • Verifica delle guarnizioni presenti sulla macchina:le guarnizioni garantiscono la tenuta della necessaria depressione nella stufa e il conseguente buon funzionamento della stessa. Periodicamente devono essere controllate e nel caso risultassero usurate o danneggiate bisogna sostituirle; particolare attenzione deve essere posta per quella della porta focolare perché maggiormente soggetta ad usura.
  • Pulizia dello scambiatore di calore e di tutti i condotti giro fumi interni.
  • Controllo parametri, verifica corretta fase di accensione, e spegnimento della stufa.
  • Rilascio e compilazione del “Rapporto di controllo di efficienza energetica”
  • Compilazione del libretto per la climatizzazione
  • Emissione della “Ricevuta fiscale” comprovante l’avvenuta manutenzione.
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FAQ Trattamento acqua

Qualora notassi che la quantità di sale non scende rimane costante e non viene consumato per l’addolcimento prima di contattare Centro calore puoi effettuare una verifica: controlla che non si siano formati sul fondo dei blocchi di cristalli di sale, che non si sciolgono in acqua e possono andare a bloccare il flusso di salamoia alle resine. Inoltre è sconsigliato tenere il sale sempre a livelli massimi, in quanto aumenta il rischo di formazione di tali cristalli. Prova a rompere questi blocchi di sale, controlla che non ci siano pezzi che occludono le tubazioni, ed effettua alcune rigenerazioni dell’addolcitore per verificare che il problema si risolva.

Se fossi in difficoltà ti invitiamo a contattare il nostro centro assistenza per effettuare una verifica del corretto funzionamento del tuo addolcitore.

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Qualora il tuo addolcitore rimanesse senza sale perché questo è terminato prima del previsto e non hai possibilità di caricarlo cerca di rimediare il prima possibile. Quando la rigenerazione della resina viene fatta con acqua senza sale, trattiene tutte le sostanze accumulate fino a quel momento senza rilasciarle, e durante l’acqua che ne passerà dentro non risulterà addolcita ma anzi potrebbe avere il risultato opposto. Inoltre se l’inconveniente si ripetesse troppo di frequente, corri il rischio di rendere le resine intrise di queste sostanze e quindi anche se poi venissero lavate correttamente con la rigenerazione, parte di esse rimarrebbe legata alle resine accorciandone la vita e rendendo meno efficace l’addolcimento acqua. Se invece il tuo addolcitore consuma sale troppo velocemente, vai a questa faq per saperne di più.

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Se il tuo addolcitore non aspira salamoia, le cause possono essere molteplici! Qui sotto un elenco delle cause più frequenti, e delle misure che è necessario prendere.

  • Scarico ostruito: È necessario controllare e pulire percorso di scarico (portagomma di scarico,tubo,scarico)
  • Iniettore ostruito: Pulire iniettore come da libretto di istruzionin
  • Motoriduttore difettoso: Contattare CentroCalore per sostituire il motoriduttore.
  • E’ mancata corrente nella fase del riempimento del tino di salamoia : togliere manualmente l’acqua eccedente en ripristinare l’ora del timern
  • Perdite sul tubo della salamoia: Correggere il problema arginando le perdite, o contattaci per assistenza.
  • Pressione d’entrata insufficiente: Verificare la pressione all’entrata dell’addolcitore, minimo 2 bar.

Se fossi in difficoltà con i procedimenti sopra indicati o con il tuo addolcitore, contatta CentroCalore per ricevere assistenza.

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L’addolcitore volumetrico si distingue dall’addolcitore temporizzato dal criterio secondo cui avvia il processo di rigenerazone della resina: mentre il secondo lo mette in atto su base programmata, indipendentemente dall’utilizzo di acqua effettuato, l’addolcitore volumetrico effettua la rigenerazione ogni tot litri di acqua addolcita. Questo consente di evitare sprechi d’acqua (necessari per la rigenerazione) e di mantenere un livello costante di addolcimento dell’acqua.

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Con l’utilizzo di un addolcitore è possibile ridurre la durezza dell’acqua di massimo 30°f. Andando oltre c’è il rischio di arricchire eccessivamente l’acqua di sodio, superando il limite di legge e rendendola dannosa.
Se vivi in una zona con una durezza dell’acqua particolarmente alta in cui una diminuzione di 30° non sarebbe sufficiente ( es 55°f -> 25°f) CentroCalore ti suggerisce di affiancare all’addolcitore un filtro dosatore di polifosfati, che non riduce la quantità di calcio nell’acqua ma lo rende incapace di incrostarsi alle pareti delle tubazioni.

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Durante la rigenerazione della resina è possibile continuare a utilizzare acqua ma non sarà acqua addolcita.

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Il consumo di acqua varia tra i 60 e 120 litri per rigenerazione. Per evitare sprechi è consigliabile l’utilizzo di un addolcitore volumetrico, la cui frequenza di rigenerazione dipede dalla quantità di acqua utilizzata anzichè effettuarlo a intervalli di tempo prestabiliti indipendentemente che ve ne sia bisogno o meno.

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Il quantitativo di sale dovrebbe rimanere sopra la metà, in questo modo da effettuare le rigenerazioni con una salamoia satura di sale. La velocità a cui viene consumato dipende del livello di durezza dell’acqua e dal quantitativo di acqua che viene addolcita, ma in generale è sufficiente controllare il livello del sale dell’addolcitore ogni 3-4 settimane. Qualora il consumo di sali divenisse anormale ed eccessivo, puoi contattare Centro Calore per effettuare la verifica del corretto funzionamento del tuo addolcitore.

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Se il sale del tuo addolcitore si consuma troppo velocemente, le cause possono essere le seguenti:

  • Errata programmazione mandata acqua al sale: in questo caso, verifica la corretta programmazione.
  • Programmazione errata: Verificare la durezza dell’acqua, correggere il programma
  • Eccessiva quantità d’acqua nel tino del sale: controlla che l’iniettore non sia intasato e che il tubo di scarico non sia ostruito o schiacciato
  • Perdita d’acqua: controllare che non ci siano perdite d’acqua sull’impianto, chiudendo tutti i rubinetti di casa ed andando a verificare il contatore dell’acqua.

Qualora il consumo di sale continui ad essere eccessivo, contatta il nostro centro assistenza.

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La durezza dell’acqua indica il contenuto di sali presenti nell’acqua, in particolare calcio e magnesio responsabili tra le altre cose della formazione del calcare nelle tubazioni.
La durezza ideale per l’impianto è di circa 15°, mentre sopra i 25°f l’acqua è considerata dura ed è necessario l’utilizzo di un addolcitore.
Il grado di durezza dell’acqua sale quando maggiori quantità di calcio e magnesio sono disciolti in essa.

A livello domestico il modo migliore per addolcire l’acqua é l’utilizzo di un addolcitore allacciato direttamente al contatore dell’acqua. In alternativa su acque di durezza inferiore a 35°f è possibile valutare l’utilizzo di un dosatore di polifosfati, possibilmente meccanico e volumetrico: i polifosfati non rimuovono il calcio ed il magnesio dall’acqua ma lo rendono incapace di incrostarsi sulle tubazioni e formare il calcare, sciogliendo quello già presente e ricoprendo l’impianti di uno strato protettivo.

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FAQ Condizionatori e pompe di calore

Nel periodo invernale, specialmente quando la temperatura si avvicina allo 0, è normale che la macchina si fermi occasionalmente per 5/10 minuti: a causa del freddo si va a creare un accumulo di ghiaccio nell’unità esterna, che per evitare blocchi sospende momentaneamente la modalità di condizionamento ed entra in modalità Sbrinamento. Passato qualche minuto, il condizonatore riprende a funzionare regolarmente: è un fenomeno che in media occorre per 5 minuti ogni ora.

Qualora invece non fosse quello il problema, le principali cause possibili sono:

  • Perdita del gas, con conseguente calo delle prestazioni.
  • Guasto della scheda
  • Guasto alla ventola del condizionatore o dell’unità esterna.

In caso di malfunzionamenti rivolgersi all’assistenza del ns pronto intervento, che saprà verificare il problema con esattezza e risolverlo nel minor tempo possibile evitando danni all’impianto.

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Se il tuo condizionatore è diventato rumoroso ci possono essere diverse cause:

  • Otturazione/sporcizia condizionatore : se i filtri del condizionatore sono coperti di polvere, l’aria ha difficoltà a circolare e questo causa rumore nella macchina. Prima di contattarci, puoi verificare lo stato di pulizia dei filtri e pulirli seguendo il relativo manuale di istruzioni.
  • Otturazione/sporcizia macchina esterna: la macchina esterna, specialmente se posta in un luogo poco protetto da agenti esterni può essere soggetta ad accumuli di polvere, foglie ed altro che possono ridurre la capacità di ventilazione. Puoi verificare che la griglia frontale e posteriore del condizionatore non siano coperte ed abbiano la possibilità di far passare aria.
  • Malfunzionamento: Il rumore può essere causato poi dal malfunzionamento di alcuni componenti, come la ventola danneggiata, oppure la mancanza di lubrificazione del motore.

In ogni caso la soluzione migliore è quella di rivolgersi ad un tecnico che eseguirà dei controlli sul climatizzatore per verificarne il problema, e di effettuare regolarmente la manutenzione ordinaria annuale per allontanare i rischi di malfunzionamenti e blocchi.

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Se il condizionatore non funziona correttamente, non raffredda l’ambiente e non fa aria calda le cause principali possono essere:

  • Otturazione/sporcizia condizionatore : se i filtri del condizionatore sono coperti di polvere, l’aria ha difficoltà a circolare e questo causa rumore nella macchina. Prima di contattarci, puoi verificare lo stato di pulizia dei filtri e pulirli seguendo il relativo manuale di istruzioni. La pulizia è molto importante, non effettuandola si corre il rischio di danneggiare il compressore in modo irrimediabile.
  • Otturazione/sporcizia macchina esterna: la macchina esterna, specialmente se posta in un luogo poco protetto da agenti esterni può essere soggetta ad accumuli di polvere, foglie ed altro che possono ridurre la capacità di ventilazione. Puoi verificare che la griglia frontale e posteriore del condizionatore non siano coperte ed abbiano la possibilità di far passare aria.
  • Errata programmazione: controlla che il condizionatore sia sulla modalità corretta tra raffreddamento, riscaldamento, deumidificazione e automatico.
  • Perdita di gas: Normalmente la quantità di gas presente in un impianto rimane stabile, ma se ci fossero perdite questa potebbe diminuire causando un crollo nelle prestazioni della macchina. è necessario richiedere l’intervento di un tecnico che verificherà la presenza di gas nell’impianto, cercherà eventuali perdite e procederà alla riparazione.

Contatta il nostro pronto intervento professionale.

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Se il condizionatore gocciola o perde acqua, le cause possono essere le seguenti:

  • Problema alla tubazione di scarico della condensa: il condizionatore funzionando in raffreddamento produce acqua condensando l’umidità presente nell’aria ambiente. Questa acqua deve essere smaltita attraverso una tubazione apposita. Può succedere che il tubo che convoglia l’acqua verso l’esterno sia ostruito (insetti, depositi di sporco, etc) e l’acqua anziché dirigersi verso l’esterno, rientra e fuoriesce dal condizionatore.
  • Recipiente raccolta condensa climatizzatore pieno: se l’acqua di condensa non viene scaricata liberamente ma va all’interno di vaschette/recipienti, controllare che non siano pieni e svuotarli con frequenza se necessario.

Contatta il nostro pronto intervento per risolvere il problema.

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La manutenzione del condizionatore deve essere effettuata ogni anno per garantire un’ottimale qualità dell’aria, una resa efficiente dell’apparecchio ed un consumo ridotto. Inoltre il controllo periodico da parte di un tecnico evita l’insorgere di malfunzionamenti e problematiche durante l’utilizzo: lo sporco accumulato infatti corre il rischio di andare a danneggaire le parti interne della macchina.

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Il gas presente nel circolo del climatizzatore non dovrebbe mai calare, quindi non c’è bisogno di ricaricarlo.
Se si riscontrassero problematiche riconducibili a mancanza di gas, è necessario richiedere contattare il nostro pronto intervento per assicurarsi che non ci siano perdite e reimmetterlo.

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I controlli di efficienza energetica sono obbligatori solo sugli impianti termici con potenze utili nominali a partire da 10 kW in freddo e 12 kW in caldo.
È comunque necessario effettuare una volta all’anno la manutenzione ordinaria della macchina, in cui il tecnico verifica l’efficienza della macchina e va ad ottimizzarne le prestazioni per ridurre i consumi. Il controllo è inoltre necessario per evitare possibili guasti e malfunzionamenti dell’impianto specialmente in periodi di utilizzo intensivo.

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Può succedere che il condizionatore si accenda, ma il compressore o motore non parta.
Per identificare il guasto è possibile provare ad accendere il condizionatore e spostarvi vicino al motore in prossimità dell’unità esterna: nel caso avvertiate dei rumori strani ed intermittenti provenienti del motore che prova a partire ma senza esito, la causa è quasi sicuramente il danneggiamento del condensatore di spunto del motore (cilindro di colore metallico posto vicino al motore dell’unità esterna).
Altro motivo del danno può essere un danno grave all’elettronica dell’unità esterna.

È necessario richiedere l’intervento di un tecnico in grado di effettuare delle verifiche e risolvere il problema senza compromettere l’impianto.

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FAQ Solare

No, questa è una falsa credenza. Nonostante in molti non lo sappiano, in base alle esigenze si può creare un impianto finalizzato solo al riscaldamento, solo a scaldare l’acqua calda sanitaria, o entrambe.

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L’impianto con pannelli solari funziona 12 mesi all’anno. Ovviamente, durante i mesi invernali (soprattutto da novembre a febbraio) il sole ha un minore rendimento quindi i pannelli solari vengono utilizzati in “integrazione” con l’impianto tradizionale fornendogli l’acqua pre-riscaldata anzichè fredda, ottenendo un risparmio notevole anche d’inverno.
Per questo non bisogna mai escludere i pannelli solari, né tanto meno scaricarli.
Nei mesi più soleggiati invece (Marzo-Settembre) la produzione di acqua calda da parte del pannello solare termico è in genere sufficiente a soddisfare totalmente il fabbisogno quotidiano.

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Il solare termico è molto più resistente di un fotovoltaico, e può durare anche più di 25 anni se correttamente installato.
Per questo non richiede grossi interventi di manutenzione: è necessario effettuare la manutenzione dell’impianto solare termico solo una volta l’anno, che consiste in un controllo con pulizia una volta all’anno e viene solitamente fatto coincidere con quello della caldaia.

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Si tratta di impianti ben diversi fra loro. Il collettore (pannello solare termico) è un apparato idraulico, che sfrutta i raggi del sole per scaldare l’acqua e alimentare il riscaldamento degli ambienti. Il pannello fotovoltaico (detto anche modulo fotovoltaico o generatore solare) è invece un apparato elettrico che trasforma i raggi del sole direttamente in corrente elettrica.

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La stagnazione dell’impianto solare termico è un fenomeno che avviene quando viene creato un eccesso di acqua calda rispetto alla dimensione dell’accumulo e al quantitativo utilizzato. Avviene particolarmente in estate, quando l’accumulo è pieno di acqua calda, e quindi il liquido presente nei collettori rimane fermo, nei tubi ad accumulare calore. Quando questo supera una certa soglia (può arrivare fino a 130 C°) la pressione dell’impianto aumenta, il calore del liquido danneggia le tubazioni e le valvole, ed il liquido antigelo presente normalmente in miscela viene alterato in modo tale da non risultare più efficace ed anzi essere causa di incrostazioni di residui simili a calcare. Per evitare che un tale fenomeno avvenga è necessario un dimensionamento adeguato dell’impianto termico solare, in quanto spesso il problema è causato da accumuli non sufficientemente capienti per il quantitativo di acqua riscaldata dai pannelli.

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FAQ Ibrido

La manutenzione complessiva dei vari componenti che vanno a fare l’impianto ibrido va effettuata una volta l’anno, prima in modo separato e poi verificandone la taratura complessiva.
Controllo efficienza energetica (bollino) va effettuato ogni 2 anni, a meno che sia di potenza complessiva superiore a 35kw: in tal caso va effettuata ogni anno, esattamente come per le caldaie.

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FAQ Termoregolazione e contabilizzazione

La valvola termostatica è un regolatore della temperatura ambiente, come un termostato.
Posizionando la manopola su 1…2…3…4…5 si decide la temperatura ambiente desiderata. Non esiste una relazione precisa fra i numeri e la temperatura ottenuta nel locale, in quanto questa è influenzata dalle condizioni di installazione della valvola (in alto, vicino al pavimento, in prossimità di una mensola o di un ostacolo). Occorre quindi ricercare il numero che corrisponde alla temperatura desiderata nel locale in cui si trova la valvola. Una volta individuato questo valore (ad esempio, 3) non bisogna più toccare la valvola. Sarà questa ad aprire o chiudere il flusso dell’acqua nel radiatore regolandosi sulla temperatura ambientale in modo da mantenere sempre la stessa temperatura. La valvola può essere portata in posizione minima o antigelo (di solito indicata da un fiocco di neve) in caso di assenze prolungate o di prolungato inutilizzo di un locale. Quando si vuol ripristina il funzionamento dell’impianto, riportare subito la valvola nella posizione originale. Cercate di porre attenzione alla temperatura nel locale e non alla temperatura del radiatore: lo scopo dell’impianto di riscaldamento è riscaldare il locale dove vi trovate, non tenere al caldo i radiatori.

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La contabilizzazione individuale dei consumi è la misura del servizio prelevato da ciascun utente. Nel caso del riscaldamento sarà il calore erogato dai radiatori, nel caso dell’acqua calda sanitaria sarà il volume di acqua calda prelevato ai rubinetti e così via.

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Se pensi che la tua valvola termostatica stia manifestando dei problemi, puoi effettuare alcune valutazioni in autonomia. Innanzitutto, controlla la temperatura della stanza con un termometro: il fatto che i termosifoni siano freddi infatti non significa che le valvole non stiano funzionando correttamente, anzi! Non appena la stanza raggiunge la temperatura desiderata (impostata dall’utente), la valvola termostatica si chiude. Il termosifone si raffredderà, ma la temperatura nella stanza rimane al valore desiderato. Se per qualche motivo in quella camera la temperatura si dovesse abbassare (cambia il tempo fuori, va via il sole, prima c’erano i fornelli accesi), la valvola termostatica fa ripartire il termo.
Se la temperatura fosse effettivamente bassa, puoi provare ad aprire la valvola completamente (imposta temperatura a 5): il termosifone dovrebbe riscaldarsi completamente nel giro di 5-10 minuti. Se non fosse così, controlla che non siano presenti bolle d’aria all’interno dell’impianto, e che la caldaia stia funzionando correttamente.
Infine attenzione che la la valvola termostatica non sia coperta da mensole, panni, copri termo! Potrebbe non rispondere ai comandi, “credendo” che la stanza sia già calda e non attivandosi.

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In caso di condomini con sistema di riscaldamento centralizzato la contabilizzazione consente di responsabilizzare l’utente e premiare le gestioni parsimoniose (e punire quelle sbadate).
Se non vi è un sistema di contabilizzazione dei consumi, nessuno è incoraggiato a fare attenzione alla temperatura ambiente, ad impostare correttamente la termoregolazione, ad eseguire opere di coibentazione e miglioramento dell’involucro edilizio nel suo alloggio, a spegnere i radiatori nelle stanze che non usa e così via fino ad aprire le finestre quando fa troppo caldo in casa (la cosiddetta regolazione “a spreco variabile”).
In presenza di contabilizzazione individuale dei consumi, un impianto centralizzato ha le stesse caratteristiche di una serie di impianti autonomi.

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